La crescita del canale digitale, le strategie innovative intraprese dai big dei marketplace, l’avvento di nuovi canali di vendita online, la tendenza dei monomarca e il confronto con un consumatore sempre più consapevole che all’acquisto d’impulso preferisce quello riflessivo. Da queste permesse, quale sarà la direzione del settore del retail?

Scopriamo insieme le principali tendenze del 2018

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Fonte: www.osservatori.net

1 – Temporary Store e Pop Up store: il fenomeno dei negozi temporanei

I temporary stores, pop up store o flash retailing sono dei negozi temporanei aperti solo per un determinato periodo (generalmente poche settimane, al massimo qualche mese), hanno sede in aree del centro cittadino molto trafficate o centri commerciali e vendono prodotti in edizione o tiratura limitata. È una formula vantaggiosa anche per i rivenditori online che non hanno una presenza fisica e sono alla ricerca di modalità inedite ed efficaci per coinvolgere direttamente i clienti. I pop up store, infatti, sono funzionali specialmente durante le festività e le vacanze, quando le città si riempiono di persone.

Si tratta, dunque, di veri e propri strumenti di marketing a cui le aziende ricorrono per dare visibilità ai loro brand: motivo per cui sarà una format di retail store che avrà molto successo nel 2018.

Grazie al loro forte potere comunicativo e alla capacità di attrarre maggiormente i consumatori, gli addetti ai lavori ipotizzano anche che i pop up store saranno il futuro dei negozi fisici. Sarà così?

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Prada Silver Line: Il nuovo pop up store itinerante di Prada
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Il Pop Up store di Adidas
Il Pop up store di Ebay
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Il Pop up Store di Obag

2 – Omnichannel: l’integrazione tra il canale online e il canale offline 

Il canale online non rappresenta una “minaccia” per i negozi fisici, ma piuttosto un’integrazione. Il tradizionale punto vendita non è destinato a scomparire in quanto è ritenuto uno strumento fondamentale per creare legami e relazioni umane con i consumatori.

Tuttavia, oggi la priorità dei retailer è quella di far dialogare l’ecommerce con lo store fisico per offrire al cliente un’esperienza d’acquisto completa: per questo motivo, oltre al fattore umano, è necessaria l’integrazione con sistemi di cassa evoluti, mobile POS e social media, funzioni d’assistenza personalizzate, realtà aumentata: tecnologie e iniziative digitali che avranno un impatto determinante sulle vendite e sulle scelte dei clienti.

La sfida per i player del settore sarà dunque quella di ripensare completamente gli store attraverso una strategica riprogettazione degli spazi e delle funzionalità nell’ottica di un approccio omnicanale.

“Il fisico non può fare a meno dell’online e l’online non può fare a meno del fisico.”

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L’app di Starbucks, tra i primi brand ad adottare una strategia omnichannel
L’integrazione online/offline di Timberland

nike - Best practice of Omnichannel

3 – L’esperienza multisensoriale 

Il commercio al dettaglio esperienziale sarà un trend forte nel 2018 e, anche se spesso può essere solo una distrazione costosa, quando ben eseguito, può migliorare significativamente la fedeltà e aumentare le vendite.

Oltre a connettere il negozio fisico con quello online, infatti, un’ulteriore sfida è quella di offrire shopping experiences che coinvolgono i 5 sensi all’interno del punto vendita. Gli store non possono più limitarsi a distribuire prodotti, ma devono coinvolgere emotivamente il consumatore.

Molti brand, consapevoli che la maggiorparte dei consumatori cerca esperienze memorabili che possono poi condividere attraverso i social media, hanno già incominciato a curare minuziosamente i propri spazi sensoriali nell’ottica di soddisfare questo desiderio. Un’efficace strategia di visual merchandising, inoltre, è utile per accendere le emozioni dei consumatori e per entrare in empatia con loro.

In definitiva, la chiave sta nel creare percorsi, ciò significa: <<mettere meno enfasi sullo shopping e più enfasi su intrattenimento, ospitalità e comunità>> (cit. Doug Stephens – Business of Fashion’s VOICES).

“Per il 65% dei retailer lo store del futuro sarà un punto dove i consumatori interagiranno attraverso i cinque sensi col brand”

Il nuovo flagship store multisensoriale del marchio beauty L’Occitane in progettazione
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Glossier, brand di beauty, è tra gli store più fotografati su Instagram
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Uno degli store di Lush, tra i precursori della customer experience che coinvolge tutti i sensi

4 – Customer experience completa: Il cliente al centro

Oggi il settore del commercio al dettaglio deve confrontarsi con un consumatore sempre più evoluto che legge recensioni e feedback sui prodotti sul web e, di conseguenza, acquista in maniera più ponderata. Gli store fisici dovranno migliorare i propri servizi di pre e post vendita e studiare a fondo il cliente. Infatti, non basta focalizzarsi solo sulla sua sfera emotiva offrendo una shopping experience memorabile, ma è necessario raccogliere e organizzare i dati per conoscere gusti ed esigenze: informazioni chiave che si possono ottenere sia dal contatto diretto nel negozio sia dalla navigazione nello store online.

Il retailer può offrire al cliente un’esperienza di acquisto completa analizzando il suo comportamento ancora prima che entri nello store, registrando dati importanti come:

  • la cronologia delle sue abitudini di acquisto;
  • il luogo e l’orario della sua entrata in negozio;
  • gli eventuali acquisti fatti sull’eCommerce;
  • le preferenze di modalità di consegna;
  • i metodi di pagamento utilizzati;
  • il numero di volte che il cliente ha contattato l’help desk o il customer care
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L’app di Sephora per monitorare lo storico degli acquisti e altri tools
Un responsabile display di COOP Italia Food District: il supermercato del futuro in collaborazione con Microsoft presentato all’EXPO 2015

5 – Comodità: le consegne a domicilio e i servizi per la casa 

Una delle tendenze culturali emerse nel 2017 che sarà cruciale soprattutto in questo anno è che i consumatori preferiscono non uscire più di casa per comprare i prodotti. Allora come faranno i retailer a raggiungere questi clienti? La soluzione è quella di coinvolgere i clienti connettendosi con loro nelle loro case.

Si inserisce in questo trend Postmates, piattaforma di consegna on demand che ha iniziato consegnando a domicilio solo cibo e ora sta espandendo i suoi servizi, aggiungendo un numero sempre più crescente di rivenditori alla propria rete di consegna.

Anche il colosso dei mobili IKEA ha capito quanto sarà forte questo trend e svilupperà le sue offerte di servizio a domicilio. Recentemente ha acquistato TaskRabbit, una start up di San Francisco che mette in contatto i consumatori con fornitori di servizi freelance – chiamati taskers – che si offrono di montare mobili, accompagnare all’aeroporto, pulire, riparare oggetti di casa.

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Taskrabbit: la start up acquistata da IKEA
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L’interfaccia di Postmates

6 – Try before you buy

Un numero sempre più maggiore di brand offrono la possibilità di provare i prodotti prima di acquistarli sia nel canale online che in quello offline. Questa operazione è facilmente attuabile in settori come l’abbigliamento per esempio, ma per quanto riguardo l’acquisto di beni che prevedono un ciclo di vita maggiore rispetto alla tipica stagionalità del fashion system sono necessarie altre modalità come la possibilità di provare un articolo per un determinato periodo, accuratezza del servizio e semplicità di fruizione, offerta di campionature. Questo modello si rivela particolarmente strategico di fronte alla scettica generazione X (i nati tra gli anni ’60/’80) che preferisce testare prima di investire in grandi acquisti.

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Hellocar: il servizio di testing car
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Il servizio Rent the runway style di Neiman Marcus Outlet: il noleggio degli abiti da passerella

7 – Shopping con le immagini: il visual search tool di Ebay

Il potere delle immagini è così forte che entro il 2020 si stima che il 50% delle ricerche proverranno da immagini, e già oggi più del 75% dei consumatori ammette di fare acquisti ispirandosi a immagini viste in rete.

Ebay ha lanciato da poco un nuovo strumento: la ricerca per immagini. In un contesto sociale predominato dal linguaggio visivo e basato sulla condivisione sui social media, gli store iniziano ad utilizzare soluzioni visual per avvicinarsi ai consumatori. Le piattaforme che si affideranno alla visual search technology riscontreranno proprio per questo una più alta percentuale di fedeltà da parte dei propri visitatori, oltre che una risposta celere rispetto agli impulsi ricevuti.

Due sono gli strumenti di ricerca per immagini che debuttano sulla storica piattaforma web: Find It On eBay e Image Search. Entrambe le feature, destinate alla mobile app di eBay, erano state annunciate lo scorso luglio, e si sono rivelate all’altezza delle aspettative.

Find It On eBay permette di iniziare la ricerca da qualsiasi piattaforma social — per esempio Facebook —, o mentre si naviga dal blog del proprio influencer preferito. Basta premere sullo strumento Condividi e l’app fornirà una lista di prodotti similari a quelli rilevati sull’immagine che ha catturato lo sguardo, Image Search è invece una feature presente all’interno dell’applicazione: sarà sufficiente cliccare sull’icona della fotocamera nella barra di ricerca per avviare una ricerca basata su un’immagine presente in archivio o su una foto appena scattata. Google e Pinterest si sono affidati alla visual search technology per facilitare l’uso delle proprie applicazioni. Pinterest, ad esempio, ha introdotto molte funzionalità: Pinterest Lens, Shop the Look ed esteso la feature riconoscimento immagini alla pubblicità presente sul proprio sito.

Visual search tool di Ebay

 

8 – Personalizzazione in store

La personalizzazione sarà ancora una tendenza chiave per la vendita al dettaglio nel 2018 e oltre. Consentire agli acquirenti di costruire e personalizzare i prodotti non solo soddisfa quegli standard, ma rende anche lo shopping molto più divertente. I consumatori che acquistano i prodotti vogliono che quegli articoli raccontino una storia, si inseriscano nel loro stile di vita e siano completamente unici.

Un caso di successo di questa tendenza è il brand eyewear e fornitore di cure oculistiche Dresden. L’azienda punta a rivoluzionare il settore fornendo al mondo occhiali economici, fatti in casa e sostenibili. Dresden prende i rifiuti di plastica dalle spiagge australiane e le reti da pesca abbandonate e le trasforma in telai convenienti.

Il brand offre la possibilità ai consumatori di creare i propri occhiali da sole, consentendo loro di interscambiare gli obiettivi e le parti del telaio (che sono disponibili in una varietà di colori e dimensioni).

Il risultato? L’opportunità di acquistare occhiali unici, personalizzati e green.

Anche il settore del food consente di  personalizzare gli alimenti: é il caso di Magnum e Kit Kat che all’interno dei loro pop up store offrono la possibilità di divertirsi con confettini e praline per decorare gelati e cioccolate.

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Il marchio di occhiali Dresden
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Magnum
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Kit Kat pop up store a Londra
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Hermes store e il servizio di customizzazione delle sciarpe

Nel tentativo di rendere gli spazi commerciali una destinazione per le famiglie, i brand offrono la personalizzazione in-store di giocattoli e prodotti per bambini. Incoraggiando i figli dei genitori maker ad aggiungere il proprio tocco personale a un prodotto e renderlo davvero unico per loro, le aziende dedicano aree per customizzare gli articoli, aumentando il coinvolgimento all’interno dello spazio di vendita. Questa interattività si rivolge alla Generazione Z, ovvero le persone nate tra la fine degli anni Novanta e i primi del 2000, poiché è interessata più a creare e partecipare attivamente ad un prodotto piuttosto che comprare passivamente.

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L’area personalizzazione di LEGO Store
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Il Pop Up Have Fun di Pepsi

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