Nel corso degli ultimi anni, si è assistito ad un progressivo sviluppo del ruolo del marketing all’interno del contesto economico, culturale e sociale, modificando profondamente il rapporto delle persone con i prodotti e con i brand.
Siamo passati dalle prime esperienze pionieristiche di FORD che puntava sulla possibilità per tutti di avere un’automobile; non era importante il modello o il colore, era una cosa talmente rivoluzionaria che riusciva a convincere tutti anche se “era possibile scegliere qualunque colore, purché sia nero”.
La prima evoluzione è stata quella di poter differenziare i prodotti, per dare a tutti la possibilità di scelta; nell’era del boom il consumatore inizia ad identificarsi nei prodotti che acquista, per cui si sviluppa il marketing classico che crea segmenti e target di mercato più mirati.
Con la saturazione dei mercati e l’evoluzione dei servizi, nasce un approccio al marketing basato sulla proliferazione dei beni collaterali al prodotto stesso; crescono le offerte di finanziamento, leasing, assistenze, ecc. attraverso cui le aziende vendono soluzioni più complesse e a più alta marginalità.
Internet e i nuovi sistemi informativi hanno poi reso possibile un’evoluzione dei rapporti con i clienti, dando la possibilità di creare Data Base sempre più ricchi di dati e moltiplicando in modo esponenziale i canali di comunicazione; il rapporto cliente-fornitore si è portato su una logica di relazione win-win e l’obiettivo è divenuto quello di fidelizzazione e partnership di lungo periodo.
Oggi, si sta assistendo ad un nuovo sviluppo che possiamo definire come “marketing spirituale”, quello che Kotler chiama marketing 3.0; oggi le aziende devono imparare a parlare in modo onesto e trasparente ai loro clienti, devono raccontare storie vere che parlano all’anima delle persone con cui condividono gli stessi valori e la stessa visione del mondo.
Fare marketing 3.0 significa cambiare completamente il punto di vista sui nostri obiettivi, su ciò che facciamo e come lo comunichiamo; la nostra mission aziendale deve diventare quella di ottenere il bene delle persone, per cui dobbiamo immaginare e realizzare prodotti che migliorano il mondo, ma dobbiamo esserne convinti e mantenere fede e coerenza con ciò che promettiamo. Il mondo ormai è trasparente e le nostre contraddizioni verranno a galla prima o poi; il web e i social network sono armi potentissime in questo senso.
Da un punto di vista di design, non basta più convincere la ragione con un buon prodotto che funziona bene, un buon packaging o una piacevole user experience; è superato il tempo della pura estetica e sta finendo anche quello del funzionalismo: oggi le persone guardano sempre più al lato emozionale degli oggetti, più che alla loro funzione d’uso o alla loro bellezza esteriore; sono i significati, i valori e le sensazioni suscitate da un prodotto che ne determinano il successo.
Le aziende, attraverso il marketing e una gestione attenta del brand, devono rafforzare questo aspetto, facendosi riconoscere nella loro autenticità e nelle loro intenzioni positive ed evolutive, agendo per portare più senso, più bellezza e più gioia nel mondo.
Partiamo dunque da un’analisi interna e chiediamoci cosa può fare la nostra azienda per migliorare il contesto attuale, su qualsiasi scala; ci crediamo? è quello che vogliamo fare davvero anche noi? Se siamo davvero convinti, condividiamolo con i nostri collaboratori, colleghi, clienti, fornitori e amici; insieme a loro ripensiamo l’azienda, i prodotti, i processi, le iniziative e la comunicazione per portare fino in fondo questa missione.
Sono le aziende che avranno il coraggio di prendersi questa responsabilità che riusciranno davvero a cambiare il mondo… in meglio.
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