Le idee invecchiano. Ci sono idee che diventano vecchie mentre ho dubbi su come realizzarle: qual è il modo migliore di realizzare un’idea? Non lo so, so soltanto qual è l’unico modo: è cominciare a farla!

In un modo o nell’altro, giusto o sbagliato, ma subito, adesso!

Brainstorming, studi, ricerche, sondaggi, indagini di mercato, business plan, schizzi, progetti, calcoli, prototipi professionali o rudimentali, prove.
Qualsiasi percorso ed ogni metodo va bene purché si faccia.
Dopo aver partorito un’idea l’unica azione veramente sbagliata che possiamo commettere è quella di lasciarla troppo nell’incubatrice pensando che il tempo la rafforzerà e, “da sola”, prenderà corpo.
Il mio amico Gianni mi diceva: “Fallo e poi pensa, così avrai qualcosa di importante a cui pensare”!
In effetti, pensandoci bene, e soprattutto ricordando le esperienze più belle di una vita, scopro che questa strana affermazione non è poi così tanto sbagliata.
È importante dare un’occhiata intorno, tanto per vedere se qualcuno vicino (o anche lontano) stia già facendo qualcosa di simile, ma se passano i giorni e non scopro troppe controindicazioni non serve aspettare ancora.
Aspettare troppo prima di cominciare è il modo migliore per far invecchiare un’idea e, al giorno d’oggi, non si tratta più nemmeno di anni; siamo talmente connessi che in un istante ogni notizia, oggetto, idea o pensiero è già in tutto il mondo.
A pensarci bene, sicuramente qualcuno, da qualche altra parte, ci ha già pensato o lo ha già fatto, ma questo, secondo me, non è così importante.
Chi trova un’idea che entusiasma ed inizia a farla, è già in vantaggio.

“Non conosciamo mai la nostra altezza
finché non ci chiamano ad alzarci,
e, se siamo fedeli alla missione
tocca il cielo la nostra statura.
L’eroismo che allora recitiamo sarebbe di ogni giorno,
se soltanto la schiena non curvassimo
per paura di essere dei Re”

Emily Dickinson, 1830-1886

Se non provi non sbagli, se non sbagli non soffri, ma se non soffri non impari e se non impari è molto probabile che non ci riuscirai mai. Per fare le cose bene bisogna imparare a farle. Per imparare a fare una nuova cosa si deve necessariamente studiare, ma lo studio non è solo teoria o pensiero logico. Il vero apprendimento, quello che non dimenticherai mai più, è un gioco, un’ alternanza di emozioni: divertimento, delusione, speranza, gioia, sofferenza, consapevolezza.

Imparare veramente, conoscere a fondo, è una condizione che si ha solo quando la nostra pelle, le viscere, il sangue e tutte le nostre cellule hanno acquisito le informazioni necessarie per sopravvivere in una nuova situazione che si è creata; a questo punto, il nostro corpo e la nostra mente si adattano e, trasformandosi di conseguenza, ci rendono capaci di creare una nuova realtà.

Così è la natura.
Fare! Azione!
E allora succede che un giorno decidi di progettare il tuo futuro e pensi che vuoi fare un nuovo lavoro, pensi a qualcosa di straordinario ed eccitante; immagini di avere un’azienda con un bel laboratorio pieno di macchine e di persone diverse che si divertono a costruire oggetti creati su desiderio di tanti clienti, utilizzando i più svariati materiali; se cominci a farlo con ciò che hai a disposizione in quel momento, se sbagli e ci riprovi in modi diversi e continui per qualche anno senza arrenderti di fronte alle difficoltà e ci dedichi tutte le tue energie fisiche e mentali, succede che un giorno apri gli occhi e ti accorgi che in quel sogno ci sei proprio dentro, e ci sono tutte le cose e le persone che hai immaginato dieci anni prima … Questo è Action …

Studiare e provare, riprovare e ristudiare, sbatterci il muso, soffrire divertendosi, non conosco un altro modo per imparare a fare le cose. Quello che mi piace e che ho la fortuna di ottenere troppo facilmente, non dura, ma ciò che desidero ardentemente e fatico, sudo, e amo, è per sempre.

Se puoi immaginarlo puoi farlo, diceva Walt Disney.
Sono un sognatore! Non mi sono stancato di sognare; sarò immaturo ma è la mia indole, non posso vivere senza sognare, se smetto muoio.

Un bambino quando apre gli occhi vede un foglio bianco, tutto da scarabocchiare; è la sua vita ed è talmente entusiasta di giocarci che è impossibile tenerlo a freno. Il bambino è felice proprio perché sa di essere libero di giocare quel gioco! Quando ciò che sta facendo lo annoia cambia gioco. La sua mente non conosce limiti. Se lo blocchi gli fai del male. Perché il bambino quando diventa grande smette di giocare? Forse perché si rende conto che non può più scarabocchiare quel foglio con ogni cosa che gli passa per la testa e con ogni movimento del suo corpo? Adesso “non può” più! Ora è adulto e “deve” essere serio.
Peccato! Ma guarda caso adesso comincia a diventare anche un po’ triste. Tante regole e troppi obblighi imposti, una selva di limiti segnati da qualcun altro… e da sé stesso.
La sua vita non è più quel giardino da correre e scoprire. Adesso ha già scoperto tutto! Quello che può fare e quello che “non può” fare. Non ci prova nemmeno più. Peccato!

Ti è mai capitato di immaginare una cosa che non esiste e dopo qualche anno accorgerti che qualcun altro la sta realizzando, più o meno come l’avevi immaginata qualche anno prima?
A me sì. Mi capita spesso; e quando capita un po’ mi rode per non averci provato, ma dentro di me sono contento, quella cosa è anche un po’ mia, e dico: “Lo sapevo che era una bella idea!”
Questa è la vera magia della natura: le idee sono di tutti!

Immaginiamo insieme, sogniamo e viviamo contemporaneamente, tutti nello stesso “brodo”, da generazioni. Anche se i nostri corpi vivono lontani tra loro, le idee ci uniscono. La differenza è che qualcuno ha la voglia di provarci, la “pazzia” di non ascoltare il buon consiglio di chi dice: “Non puoi farlo”, “è troppo difficile”, “lascia perdere”, e con passione e coraggio comincia a farla; poi, con l’impegno e l’aiuto di veri amici migliora e con il tempo e l’amore perfeziona i risultati.

Di sicuro ognuno di noi, almeno una volta nella vita, ha tirato fuori il coraggio di ascoltare il suo cuore e la “stupidità” di non seguire la massa e ha scelto la strada più giusta, la più difficile, ma era quella in cui credeva ardentemente. Quando inizia a funzionare anche gli scettici che prima erano diffidenti cominciano a crederci. Queste sono persone molto concrete, radicate, realiste e a volte anche materialiste, ma quando cominciano a crederci questi è fatta! Perché poi le persone tanto realiste e concrete sono i migliori realizzatori e quando si convincono loro mettono il turbo al progetto.

Non è facile! Stare insieme nasconde molte trappole, soprattutto emotive.

Nel gruppo occorre tanta “intelligenza” per ascoltarsi a vicenda; ci vuole saggezza per riconoscere le proposte migliori e soprattutto per accettare di lasciare il posto alle idee di qualcun altro. Serve equilibrio per mantenere la rotta e forza per correggerla ogni volta che è necessario. Ogni persona è diversa, tutti abbiamo pregi e difetti e questo fa sì che ognuno di noi sia naturalmente portato a ricoprire ruoli diversi. È sciocco cercare nelle persone qualità che non hanno! Funziona meglio se si riconoscono ed allenano le qualità innate.

Proviamoci! Avviciniamoci! Uniamo le nostre anime diverse e lasciamo fluire immaginazione e creatività. Lasciamo scorrere la vita.

Siamo un unico grande laboratorio creativo!

Ho sentito dire che il lavoro rende gli uomini liberi. Il lavoro rende liberi? Sì, ma attenzione! Perché a volte capita il contrario e succede invece che ci si trovi imbrigliati, costretti a fare per troppo tempo cose che non ci piacciono, per portare a casa la “pagnotta”; una miserabile vita da schiavi.

Ma Noi Siamo liberi di creare il futuro che vorremmo, divertendoci insieme. Divertendosi, giocando e ridendo si potenziano le risorse personali ed il potere creativo. Esistono tante discipline che aiutano le persone a stare meglio, attività strategiche per indurre serenità e salute e per ritrovare il naturale equilibrio dell’anima. Oggi tante persone praticano attività sportive, musica, danza, canto, yoga, pilates, ecc. che insieme ad un’alimentazione sana contribuiscono al benessere psicofisico.

Lo “STARE BENE” non è casuale, è un’attività che si può imparare e coltivare ogni giorno.

Anche il lavoro contribuisce al benessere, anzi, forse senza un’appagante professione al giorno d’oggi puoi provarle tutte ma non è facile avere una vita felice. Pensare bene e agire bene sono fondamentali per stare bene. Adesso tocca noi! È il nostro turno.

È la nostra occasione per cominciare a ricostruire un mondo più giusto e sostenibile. Partendo da noi stessi, partendo adesso!

La nostra generazione è chiamata ad intervenire: i nostri padri sono andati in pensione e noi che abbiamo beneficiato dei comfort di una vita facile, grazie al lavoro e all’ingegno dei nostri avi, non possiamo restare indifferenti di fronte alla distruzione culturale perpetrata dai poteri forti, i quali, a tutela della loro egemonia economico-finanziaria, combattono con armi improprie ogni forma di indipendenza e condivisione costruttiva. È meschino, vile e codardo, da parte di chi ha in mano il controllo, cavalcare l’ignoranza delle comunità e continuare a fornire istruzioni errate, con lo scopo di garantirsi i frutti succosi a spese degli altri.

Persone coscienti, con idee diverse, quando provano a mettersi insieme con uno scopo comune e condiviso, trovano accordi; ed è proprio questa apertura che porta a rompere gli schemi! È facile gestire un gregge quando lo dirigi a brucare l’erba sempre negli stessi pascoli. La realtà è che, oltre l’orizzonte di prati verdi, ce ne sono tanti altri, e non solo quelli dove ci portano sempre i nostri avidi pastori. Siamo liberi di “brucare” dove preferiamo! E, se non diventiamo a nostra volta troppo ingordi, l’erba ricresce sempre, da sola. Il sole, la terra e la pioggia lo fanno da sempre, e adesso non è vero che sono impazziti, siamo noi che, crescendo, dobbiamo adeguarci.

Oggi non è più possibile ragionare con la logica di tutela del proprio gruppo a discapito di un altro, bisogna puntare a vincere tutti, altrimenti perderemo tutti. Fare mio ciò che è di tutti equivale a RUBARE, anche se lo conquisto. Condividere ciò che è mio vuol dire DONARE. Decidere di condividere qualcosa che si possiede, con chi ne ha molto meno, può richiedere un sacrificio, ma la vera generosità, il coraggio più grande, si dimostra solo quando si è capaci di non scendere a compromessi con sé stessi e si sceglie il giusto, il bene comune di tanti, rifiutando di scambiarlo con profitti esclusivamente personali. Solo ragionando con schemi diversi, anzi liberandoci da troppi vecchi recinti, si può costruire qualcosa di nuovo che ha valore nel tempo, per noi e per le successive generazioni.

Ormai abbiamo capito, sappiamo che se ciò che è diverso ci infastidisce è perché forse abbiamo ritrovato un pezzo di noi che ci manca; se nell’altro vedo aspetti che non sopporto proprio, magari ho individuato una parte di me che non mi piace tanto. Proprio perché in realtà siamo tutti connessi, ogni persona che incontriamo è un’ opportunità che l’universo ci fornisce per evolvere. Se comprendiamo noi stessi invece di combattere gli altri diventeremo persone migliori. Le prossime generazioni, i nostri figli e nipoti non meritano di subire i danni della nostra paura, della nostra ignoranza o della nostra pigrizia.

Siamo di fronte ad un grande cambiamento di paradigma! L’ultima volta che l’umanità ha compiuto un salto di consapevolezza paragonabile a questo è stato quando si è passati dalla convinzione che la terra fosse piatta alla “nuova” idea di globo, di sistema solare, di Universo. I primi che lo intuirono non ebbero successo durante la loro vita, anzi, qualcuno rimase proprio “scottato”, ma contribuirono notevolmente a migliorare l’esistenza delle generazioni successive, fino alla nostra.

Questa epoca è il nostro Medioevo, è stato lungo ma sta per finire; l’umanità è pronta per il grande risveglio. La vita è un fluire, è cambiamento continuo, è innovazione ogni giorno; se pensiamo che l’evoluzione sia finita ci sbagliamo di grosso. Creare nuove cose, nuove realtà, è naturale e anche molto divertente. Non si tratta di essere incontentabili e non è nemmeno insoddisfazione per ciò che ci circonda; sono convinto che la vera passione per la ricerca e la creazione non derivi dalla frustrazione, ma da una sincera gratitudine per la vita e per ciò che abbiamo.

Che è tanto, tantissimo, immenso! … più di quanto possiamo immaginare.

Grazie!
La parola “Grazie” è un grande mantra, esprimere Gratitudine è la porta della Consapevolezza: basta aprirla e già dalla soglia si intravede un mondo migliore. Siamo in tanti, bisogna solo connettersi ed organizzarsi, fare ognuno la sua parte e, se possibile, un pochino di più, ma in un’unica direzione.

Quale direzione? Quella più nobile; la via più elevata non è un sentiero buio e intricato, è più semplice di quanto pensiamo: DONARE !

Semplicemente Dare più di quanto si prende, fino a quando non ci sarà più nessun essere vivente che muore o soffre a causa dell’ingordigia di un altro. Con questo semplice pensiero in testa e nel cuore l’idea di guerra e di fame si dissolve come neve al sole.

Fare insieme in armonia … anche questo è Amore. Ognuno la sua piccola grande parte, una che ami o che ti motiva, che ti piace o ti emoziona.

Chiediamoci qual è la nostra parte, il compito che vogliamo svolgere e poi iniziamo a farla! Dimostriamo a noi stessi e al mondo che questa utopia è possibile! Chi ci crede è benvenuto, chi ha dubbi è benvenuto a chiarirli, chi non ci crede è benvenuto a provare: facendolo insieme ci convinceremo che è POSSIBILE !

… SI PUÒ FARE !

GRAZIE !

Lele

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